• "Anche sul più alto dei troni non siamo seduti che sul nostro culo"
    Oct 26 2021

    Capitolo V - Montaigne

    Perché abbiamo bisogno di Montaigne, oggi? Perché è un anticonformista che ama le donne, i nativi delle Americhe, gli animali, le piante e tutti i generi e le specie che nel mondo (vive nel Cinquecento) vengono discriminate. Perché vive in un periodo che ha molte analogie con il nostro. Perché vuole una scuola diversa con meno nozioni e più pratica. Perché rispetta le altre culture e crede nell'amicizia. Perché è convinto che la sola cosa che può regalarci la gioia sia il rispetto della nostra vera essenza. Dunque dobbiamo assecondare ciò che siamo. Perché dice che la nostra vita è una melodia complessa, governata da ritmi opposti: il musicista che intenda privilegiarne uno solo, fa una musica scontata e monotona. Perché faceva il sindaco controvoglia. Perché ha scritto i "Saggi": forse il più bel libro di filosofia di sempre.

    Episodio 1 - "Anche sul più alto dei troni non siamo seduti che sul nostro culo"

    Montaigne nasce a Bordeaux nel bel mezzo di una crisi culturale senza precedenti: quella dell'inizio del Cinquecento. La scoperta dell'America, fatta 40 anni prima, ha travolto la certezza dell'uomo europeo di essere al centro del mondo; certezza demolita poi dalle teorie di Copernico: l'essere umano non è nemmeno al centro dell' Universo. Roba da perdere la testa: ognuno deve rivedere le proprie idee. Figlio di sindaco, e sindaco a sua volta, viene educato tra la gente del popolo perché venga su simile a loro.

    Cresce in un ambiente pieno di amore, dove vecchi e bambini giocano insieme e si abbracciano felici. Si forma una cultura così vasta da spingere la madre a rimproverare il padre per l'eccessiva cura e i troppi denari che spende per lui. Traduttore dal latino, diventa amico di un altro traduttore: Etienne del la Boetie, rapporto che segnerà la sua esistenza per sempre. Poi diventa sindaco e svolge attività di diplomatico, la cosa lo occupa, ma non lo soddisfa e a 35 anni, stanco delle solite mansioni, decide di ritirarsi nella torre del suo castello per portare a compimento la sua impresa più importante: racchiudere in un'unica opera tutta la sua conoscenza.

    Nascono così i "Saggi", un lavoro che permetta di guardare al futuro con più speranza. Per non perdere di vista l'obiettivo incide sul legno delle travi della sua mansarda una serie di massime attinenti allo scopo. E così scrive e riscrive, sinché un bel giorno, sentendo la presenza della Signora Scura più vicina del solito, prega la moglie di invitare al castello i suoi amici. Quando questi arrivano fa dire Messa in camera sua e, giunti all'Elevazione, si slancia a corpo morto e a mani giunte sul suo letto e proprio in quell' istante rende lo spirito a Dio.

    Muore nel 1592, cent'anni dopo la scoperta dell'America, protetto dai suoi libri e dalle frasi incise sulle travi, dopo aver dedicato una vita a cercare di conoscere se stesso e il mondo. Senza peraltro riuscirci completamente. Un po' come tutti noi.

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    27 mins
  • Un distinto anticonformista

    Un distinto anticonformista

    La filosofia della Mangusta 05.02
    Oct 26 2021

    Capitolo V - Montaigne

    Perché abbiamo bisogno di Montaigne, oggi? Perché è un anticonformista che ama le donne, i nativi delle Americhe, gli animali, le piante e tutti i generi e le specie che nel mondo (vive nel Cinquecento) vengono discriminate. Perché vive in un periodo che ha molte analogie con il nostro. Perché vuole una scuola diversa con meno nozioni e più pratica. Perché rispetta le altre culture e crede nell'amicizia. Perché è convinto che la sola cosa che può regalarci la gioia sia il rispetto della nostra vera essenza. Dunque dobbiamo assecondare ciò che siamo. Perché dice che la nostra vita è una melodia complessa, governata da ritmi opposti: il musicista che intenda privilegiarne uno solo, fa una musica scontata e monotona. Perché faceva il sindaco controvoglia. Perché ha scritto i "Saggi": forse il più bel libro di filosofia di sempre.

    Episodio 2 - Un distinto anticonformista

    Montaigne è un anticonformista. Un pensatore libero da ogni standard intellettuale, che guarda il mondo da nuove angolazioni e per questo riesce ad anticiparne gli sviluppi. Nel farlo non si perita di apparire troppo serio o troppo lieve: va in guerra, scrive a cavallo, si ritira nella sua torre a pensare, produce sei figli, si innamora del suo amico, fa il sindaco, svolge attività diplomatiche, va in missione, incontra sovrani e governatori; poi, stanco di osservare i protocolli, preferisce tornare ad una vita semplice, ma libera, piuttosto che "dissiparsi" tra monarchi e ambasciatori.

    Non si può essere costretti a vivere nella pelle di qualcun altro, preferisce così assecondare la sua natura e ritirarsi ad osservare il mondo da lontano. Contempla più che altro se stesso, ma attraverso di sé, come in un gioco di specchi, contempla la vita di tutti gli altri uomini. Scopre così di essere inorridito dalle guerre religiose del suo tempo, infastidito dalla futilità delle persone e dispiaciuto che i popoli del nuovo mondo vengano massacrati e non piuttosto integrati.

    Anche riguardo all'educazione coltiva pensieri innovativi e libertari, che più tardi ispireranno Rudolf Steiner e Maria Montessori: "il fanciullo va liberato dalle nozioni e aiutato ad agire da solo, man mano che cresce deve esser seguito, poiché ad ogni fase della vita si apre una piccola finestra sul mondo". Per questo dice che per educare un figlio serve "un precettore che abbia la testa più ben fatta che ben piena". E quando gli chiedono "cosa occorra veramente a un giovane" risponde "Gli serve una camera o un giardino ma anche la tavola e il letto, e gli serve la solitudine ma anche la compagnia, gli è utile il giorno e pure la sera, e tutti i luoghi gli potranno servire da studio, per farlo oziare di meno e agire di più. Anche i giochi, gli esercizi e le sfide saranno parte dello studio: dovrà far corsa e praticare la lotta, suonare musica e imparare a danzare, andare a caccia e a cavallo e imparare a maneggiare le armi. Un giovane non è un' anima e non è un corpo, è un individuo e dunque non va diviso in due". Parla nel 1500. Complimenti per la modernità di pensiero!

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    26 mins
  • I saggi: Conoscere se stessi per conoscere il mondo
    Oct 26 2021

    Capitolo V - Montaigne

    Perché abbiamo bisogno di Montaigne, oggi? Perché è un anticonformista che ama le donne, i nativi delle Americhe, gli animali, le piante e tutti i generi e le specie che nel mondo (vive nel Cinquecento) vengono discriminate. Perché vive in un periodo che ha molte analogie con il nostro. Perché vuole una scuola diversa con meno nozioni e più pratica. Perché rispetta le altre culture e crede nell'amicizia. Perché è convinto che la sola cosa che può regalarci la gioia sia il rispetto della nostra vera essenza. Dunque dobbiamo assecondare ciò che siamo. Perché dice che la nostra vita è una melodia complessa, governata da ritmi opposti: il musicista che intenda privilegiarne uno solo, fa una musica scontata e monotona. Perché faceva il sindaco controvoglia. Perché ha scritto i "Saggi": forse il più bel libro di filosofia di sempre.

    Episodio 3 - I saggi: Conoscere se stessi per conoscere il mondo

    I "Saggi" sono considerati una delle opere più significative ed originali del Rinascimento. Un libro originale senza precedenti, che avrà un enorme influenza sulla cultura occidentale e darà il via alla "cultura moderna". Montaigne cerca di dare in quest'opera un certo qual ordine alla spregiudicata esplorazione della condizione umana, senza dispensare verità o precetti universalmente validi, ma consigli utili che possano incidere sulla vita pratica. Non intende pertanto offrire spiegazioni ai grandi quesiti del mondo, ma provare a vedere nella giusta luce i minuscoli tasselli che lo compongono.

    Il filosofo dice che la sua opera è come un "cibreo", un "piatto genuino" della cucina toscana a base di frattaglie di pollo: ha lo stesso sapore popolare. Montaigne, pur parlando spesso di sé, dissemina il libro di consigli pratici e di suggerimenti utili che sono sempre brillanti e chiarificatori. In ogni capitolo il filosofo, come una sorta di Pollicino rinascimentale, lascia qualche piccola traccia, regala qualche giusta raccomandazione per l'esistenza: come sistemare il cuscino per riposare meglio, come comportarsi correttamente con la propria gatta e con il proprio pene.

    Montaigne ha sempre una risposta non banale per tutto, indagando sulle passioni umane e sui comportamenti degli individui con stile allegro e scanzonato, usando sapientemente il tono dello sberleffo colto. E nella sua opera tiene da conto il corpo così come la mente, parla infatti anche della gelatina di vino Sauternes, dello zafferano e del cioccolato nero. È insomma un pensatore moderno, potremmo definirlo il primo blogger della storia, che afferma che lo spirito non potrebbe esprimersi se il corpo non stesse bene. Bisogna essere quindi capaci di far godere entrambi: questa è l'arte necessaria per poter vivere bene.

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    28 mins
  • L'importanza delle piccole cose

    L'importanza delle piccole cose

    La filosofia della Mangusta 05.04
    Oct 26 2021

    Capitolo V - Montaigne

    Perché abbiamo bisogno di Montaigne, oggi? Perché è un anticonformista che ama le donne, i nativi delle Americhe, gli animali, le piante e tutti i generi e le specie che nel mondo (vive nel Cinquecento) vengono discriminate. Perché vive in un periodo che ha molte analogie con il nostro. Perché vuole una scuola diversa con meno nozioni e più pratica. Perché rispetta le altre culture e crede nell'amicizia. Perché è convinto che la sola cosa che può regalarci la gioia sia il rispetto della nostra vera essenza. Dunque dobbiamo assecondare ciò che siamo. Perché dice che la nostra vita è una melodia complessa, governata da ritmi opposti: il musicista che intenda privilegiarne uno solo, fa una musica scontata e monotona. Perché faceva il sindaco controvoglia. Perché ha scritto i "Saggi": forse il più bel libro di filosofia di sempre.

    Episodio 4 - L'importanza delle piccole cose

    Montaigne nei suoi "Saggi" presta attenzione agli aspetti più ordinari della vita comune. Anche a quelli apparentemente più insignificanti. E li mette in relazione con gli argomenti di elevato spessore. E qui sta l'originalità della sua provocazione. Lasciandoci trasportare dal suo stravagante spirito di osservazione, lo vediamo alle prese con le sue abitudini corporee, col cibo mattutino e quello del suo cavallo. Montaigne descrive le occupazioni di una vita qualunque e le accomuna a osservazioni di grande spessore morale: il teatro e gli uomini italiani galanti, le prostitute e i buoni odori che provengon dalla natura. Discute con interesse di tutto: dal fango di Parigi sino ai vini, con particolare riguardo per gli animali.

    Le riflessioni di Montaigne sugli animali sono profonde ed empatiche. Segnala i suoi dubbi riguardo al fatto che l'uomo sia effettivamente superiore a loro, sostiene al contrario che talvolta questi hanno qualità più nobili delle nostre: oltreché nella fedeltà, infatti, sono meglio di noi nella capacità di stringere alleanze, nella gratitudine, nel pentimento come nella clemenza, insinua poi che essi siano meno traditori e falsi della persone. E che posseggano qualità innate che a noi mancano, come la moderazione e la sopportazione. Per non parlare delle guerre, prova definitiva di quanto l'uomo sia inferiore. Essi infatti non si dichiarerebbero mai guerra tra loro e, quando si uccidono tra specie diverse, è solo per mangiarsi l'un l'altro.

    Montaigne si spinge a dire che alcuni possiedono una forma di ragione persino più sofisticata della nostra. "C'è forse un governo regolato con maggiore ordine di quello delle api? E le rondini poi, cercano forse senza discernimento i luogo più comodo per alloggiarvi? E il ragno come potrebbe fare la tela più fitta in un punto e più larga in un altro, se non avesse facoltà di pensiero?" Conclude dicendo che l'uomo non ha alcun diritto di sentirsi padrone dell'universo e pertanto non dovrebbe avere privilegi sulle altre creature.

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    24 mins
  • Siamo noi i veri cannibali

    Siamo noi i veri cannibali

    La filosofia della Mangusta 05.05
    Oct 26 2021

    Capitolo V - Montaigne

    Perché abbiamo bisogno di Montaigne, oggi? Perché è un anticonformista che ama le donne, i nativi delle Americhe, gli animali, le piante e tutti i generi e le specie che nel mondo (vive nel Cinquecento) vengono discriminate. Perché vive in un periodo che ha molte analogie con il nostro. Perché vuole una scuola diversa con meno nozioni e più pratica. Perché rispetta le altre culture e crede nell'amicizia. Perché è convinto che la sola cosa che può regalarci la gioia sia il rispetto della nostra vera essenza. Dunque dobbiamo assecondare ciò che siamo. Perché dice che la nostra vita è una melodia complessa, governata da ritmi opposti: il musicista che intenda privilegiarne uno solo, fa una musica scontata e monotona. Perché faceva il sindaco controvoglia. Perché ha scritto i "Saggi": forse il più bel libro di filosofia di sempre.

    Episodio 5 - Siamo noi i veri cannibali

    Montaigne dedica agli indios americani un capitolo dei "Saggi". Siamo nel Cinquecento, Cristoforo Colombo è appena tornato dalla scoperta dell' America. Il filosofo mette a confronto la nostra civiltà con quella delle popolazioni appena conquistate. E con la consueta abilità descrittiva, mentre gli intellettuali europei al completo si dichiarano entusiasti per le conquiste, lui dichiara invece di ammirare gli indigeni per la loro lealtà e per la loro semplicità di costumi.

    Spiega poi come nella conquista del Nuovo Mondo interi popoli siano stati umiliati dall'arroganza dei conquistatori europei che, ritenendo di avere a che fare con dei selvaggi idioti, li hanno sottomessi con crudeltà e violenza, quando questi rappresentano invece una civiltà genuina, in cui tutti svolgono il loro compito: la mattina gli uomini cacciano la selvaggina mentre le donne scaldano il cibo, seguendo i ritmi del giorno, svegliandosi con il sole e andando a letto col buio, senza compiere atti gratuiti di violenza o prevaricazioni.

    Questo, a dispetto dei cosiddetti colonizzatori bianchi che, sebbene costituiscano la quinta parte della popolazione mondiale, si sentono legittimati a sottomettere l'intero globo terrestre. Quindi mette a paragone l'intolleranza, il fanatismo e l'efferatezza dei cosiddetti "uomini civili" europei con la semplicità di costumi degli indigeni americani, una popolazione immersa nella natura e impregnata di forti valori naturali, anticipando così il "mito del "buon selvaggio", che tanta presa avrà due secoli dopo sulla fervida mente di un altro geniale filosofo: Rousseau.

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    24 mins
  • Ci vorrebbe un amico (La relazione perfetta)

    Ci vorrebbe un amico (La relazione perfetta)

    La filosofia della Mangusta 05.06
    Oct 26 2021

    Capitolo V - Montaigne

    Perché abbiamo bisogno di Montaigne, oggi? Perché è un anticonformista che ama le donne, i nativi delle Americhe, gli animali, le piante e tutti i generi e le specie che nel mondo (vive nel Cinquecento) vengono discriminate. Perché vive in un periodo che ha molte analogie con il nostro. Perché vuole una scuola diversa con meno nozioni e più pratica. Perché rispetta le altre culture e crede nell'amicizia. Perché è convinto che la sola cosa che può regalarci la gioia sia il rispetto della nostra vera essenza. Dunque dobbiamo assecondare ciò che siamo. Perché dice che la nostra vita è una melodia complessa, governata da ritmi opposti: il musicista che intenda privilegiarne uno solo, fa una musica scontata e monotona. Perché faceva il sindaco controvoglia. Perché ha scritto i "Saggi": forse il più bel libro di filosofia di sempre.

    Episodio 6 - Ci vorrebbe un amico (La relazione perfetta)

    Una parte importante dei "Saggi" di Montaigne è dedicata a dimostrare la prevalenza dell'amicizia sugli altri sentimenti. Anche se le opere più belle della letteratura, della musica, dell'arte sono state originate dalle vicende amorose, egli pone l'amicizia sopra tutti gli altri legami, suggerendo però che sono sempre i sentimenti imperfetti, come quello dell'amore, a creare i grandi capolavori dell'arte.

    Montaigne distingue però i vari tipi di amicizia: l'amicizia autentica, quella "fiacca", l'amicizia "ordinaria" e la conoscenza. Quindi si sofferma sull'inesplicabilità della "relazione perfetta" che ogni tanto abbiamo la fortuna di provare e che Montaigne aveva instaurato con Etienne della Boetie. Entrambi trasportati dalle loro affinità elettive su una soglia quasi mistica della comunicazione, non avevano bisogno di parole o di particolari gesti per comunicare. Incontro "magico" quello tra i due che, quando vengono presentati, si guardano in faccia perplessi, "come due stranieri senza visto", dice Montaigne.

    Il primo scettico come un suricato, che non prende niente sul serio e il secondo, stoico sino al midollo, che trascorre il suo tempo a studiare. Inevitabile che si innamorino perdutamente l'uno dell'altro. Entrambi sposati, Michelle socievole ed eccentrico ed Etienne diplomatico e serioso, nessuno poteva pensare che avrebbero legato. La loro invece sarà una relazione cosi trasparente e idealizzata da sembrare più un' amicizia letteraria che reale. Amicizia importante al punto che la sua vena creativa prenderà consistenza a partire dalla scomparsa di Etienne. Scriverà infatti Montaigne: "Il mio è un umore melanconico, contrario alla mia indole prodotto dalla solitudine nella quale mi son trovato. È stato lui che mi ha messo in mente questa fantasia di scrivere". E dunque grazie Etienne, per quello che ci hai regalato.

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    25 mins
  • Un filosofo che gioca d'anticipo

    Un filosofo che gioca d'anticipo

    La filosofia della Mangusta 05.07
    Oct 26 2021

    Capitolo V - Montaigne

    Perché abbiamo bisogno di Montaigne, oggi? Perché è un anticonformista che ama le donne, i nativi delle Americhe, gli animali, le piante e tutti i generi e le specie che nel mondo (vive nel Cinquecento) vengono discriminate. Perché vive in un periodo che ha molte analogie con il nostro. Perché vuole una scuola diversa con meno nozioni e più pratica. Perché rispetta le altre culture e crede nell'amicizia. Perché è convinto che la sola cosa che può regalarci la gioia sia il rispetto della nostra vera essenza. Dunque dobbiamo assecondare ciò che siamo. Perché dice che la nostra vita è una melodia complessa, governata da ritmi opposti: il musicista che intenda privilegiarne uno solo, fa una musica scontata e monotona. Perché faceva il sindaco controvoglia. Perché ha scritto i "Saggi": forse il più bel libro di filosofia di sempre.

    Episodio 7 - Un filosofo che gioca d'anticipo

    Montaigne è un precursore in tutto. Se venisse compilata una "Thinkers 100" degli "innovatori" degli ultimi 500 anni, ossia una guida ufficiale dei personaggi e delle idee che con le loro opere e i loro scritti hanno maggiormente influenzato l'evoluzione e lo sviluppo del pensiero umano, Montaigne sarebbe nel ranking. Non solo perché la sua posizione scettica è la più indicata per scoprire le tante contraddittorietà dell'esistenza umana, ma anche perché, con la sua spiccata originalità, il pensatore francese ha contribuito a far progredire il pensiero del Rinascimento, sino ad innalzarlo alle vette della modernità.

    Innovativa è infatti l'importanza che dà all'educazione, anticipando le metodologie educative libertarie di Steiner e Montessori, che si affermeranno solo secoli dopo. Rivoluzionaria è anche l'importanza che dà ai piaceri del corpo in un clima ossessivamente religioso, come quello in cui vive, che sembra disposto a conferire centralità assoluta solo alla dimensione spirituale dell'uomo.

    Ma non finisce qui, la sua modernità risiede anche nell'accentuato interesse che prova verso le popolazioni del Nuovo Mondo, rivendicando a gran voce il diritto d'ogni singola cultura di vivere secondo i propri principi. Significativa è poi l'attenzione che prova nei confronti dei problemi delle donne, dice infatti: "Le donne hanno ragione a ribellarsi contro le leggi, perché noi le abbiamo fatte senza di loro". E anche gli animali, così pesantemente attaccati da Cartesio che non riconosce loro né intelletto né tanto meno capacità di sofferenza, vengono invece difesi a spada tratta da Montaigne, che nelle sue pagine li considera persino migliori dell'uomo. Che dire pertanto, fortuna che Montaigne è esistito. Altrimenti qualcuno avrebbe dovuto prendere il suo posto!

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    23 mins
  • La verità di Cartesio o le tante verità di Montaigne?
    Oct 26 2021

    Capitolo V - Montaigne

    Perché abbiamo bisogno di Montaigne, oggi? Perché è un anticonformista che ama le donne, i nativi delle Americhe, gli animali, le piante e tutti i generi e le specie che nel mondo (vive nel Cinquecento) vengono discriminate. Perché vive in un periodo che ha molte analogie con il nostro. Perché vuole una scuola diversa con meno nozioni e più pratica. Perché rispetta le altre culture e crede nell'amicizia. Perché è convinto che la sola cosa che può regalarci la gioia sia il rispetto della nostra vera essenza. Dunque dobbiamo assecondare ciò che siamo. Perché dice che la nostra vita è una melodia complessa, governata da ritmi opposti: il musicista che intenda privilegiarne uno solo, fa una musica scontata e monotona. Perché faceva il sindaco controvoglia. Perché ha scritto i "Saggi": forse il più bel libro di filosofia di sempre.

    Episodio 8 - La verità di Cartesio o le tante verità di Montaigne?

    Montaigne e Cartesio, i principali filosofi dell'Età Moderna, sono entrambi francesi. Transalpini che non potrebbero essere più diversi. Emblema del dubbio il primo, simbolo della razionalità il secondo. Monista il primo, dualistico il secondo, effervescente il primo, rigoroso il secondo. Montaigne dunque contro Cartesio. Monsieur Dilemma contro Monsieur Certezza: questi due pensatori rappresentano lo scontro tra due differenti concezioni della vita.

    Capofila dei pensatori che pretendono di cogliere la verità nel suo insieme è Cartesio, mentre il bordolese Montaigne, rispetto al suo "collega" della Loira, si accontenta più modestamente di frugare tra le pieghe dell'animo umano, facendosi bastare le conoscenze utili ad affrontare al meglio la vita quotidiana. Cartesio è alla ricerca di principi indubitabili, sente su di sé il gravoso compito che, a suo dire, l'umanità gli ha affidato. Mentre Montaigne non crede che sia possibile capire completamente la realtà, perché il suo fluire incessante la rende in continua trasformazione.

    Posizioni inconciliabili quelle dei due pensatori, perché Cartesio vuole essere il centro del creato, mentre Montaigne si accontenta di essere uno dei milioni di granelli che lo formano. Si può dire che le differenze tra Cartesio e Montaigne assomiglino a quelle che in Oriente vi sono tra Confucianesimo e Taoismo, laddove alle regole del primo corrisponde una libertà assoluta del secondo, scevra di metodo e senza un ordine preciso. Partono tutti e due dal dubbio, ma laddove uno impiega tutta la vita per cercare di risolverlo, l'altro preferisce conviverci, dedicandosi ad argomenti più vantaggiosi.

    Si può dire che Montaigne e Cartesio siano due centravanti del pensiero che interpretano il loro ruolo con sfumature diverse e militano in squadre rivali, che non si stanno nemmeno simpatiche. Anzi. Eppure ad entrambi tutti quanti noi dobbiamo qualcosa. Che dire dunque: "vive la France".

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    26 mins